Il nuovo Regolamento Europeo sulla protezione dei dati è pienamente efficace a partire da Maggio 2018 e prevede, fra i vari adempimenti previsti in capo ai titolari del trattamento, la necessità di effettuare una valutazione sui trattamenti di dati personali svolti.
In questo articolo comprenderemo alcuni aspetti fondamentali per mettere in pratica un modello di valutazione di impatto secondo i criteri richiesti dal GDPR.
Come stabilire se il rischio è elevato
Il Regolamento chiede ai titolari del trattamento di dati personali di effettuare tale valutazione per quelli che presentano un rischio elevato per gli interessati, ma come lo stabilisco? Li valuto tutti.
- Effettuo inizialmente una valutazione generale dei rischi per tutti i trattamenti svolti
- Se il rischio risulta alto andrà redatta la valutazione d'impatto privacy (DPIA) secondo l’art.35 del regolamento
- Se il rischio rimane alto anche a seguito dell’applicazione delle misure di sicurezza andrà consultata l’autorità di controllo in base all’art.36 del regolamento.
Procedere con una valutazione generale per tutti i trattamenti consente di produrre inizialmente un documento di valutazione dei rischi e successivamente aiuta a definire le misure adeguate per ridurli e a differenziare i trattamenti in base al livello di rischio rilevato.
Effettuarla, indipendentemente dagli obblighi imposti ha molteplici effetti benefici sull’intera organizzazione
Come precisato nelle linee guida sull’argomento, il fatto che non sia sempre obbligatorio svolgere una valutazione d’impatto sul trattamento non giustifica, da parte del titolare, la mancata attuazione delle misure idonee al fine di valutare e prevenire adeguatamente i rischi per i diritti e le libertà degli interessati che potrebbero derivare dal trattare i dati a loro riferiti.
Il calcolo del rischio sul trattamento è diviso in 4 fasi
- Definizione del singolo trattamento
- Comprensione del livello di impatto sugli interessati
- Valutazione del rischio e probabilità di accadimento di una minaccia
- Calcolo del rischio generale sul trattamento
Dopo aver calcolato il valore di rischio e applicato le misure di sicurezza individuate per ridurlo, il titolare è in grado di distinguere quali sono i trattamenti da tenere maggiormente in considerazione per la conduzione della DPIA in base all’art. 35 del regolamento.
Cos’è la DPIA e perché è importante?
Acronimo di Data Protection Impact Assestment, la DPIA, come indicato dalla linee guida del European Data Protection Board (gruppo di lavoro dei garanti Europei) è definita nei seguenti termini:
Un processo inteso a descrivere il trattamento effettuato, valutarne la necessità e la proporzionalità, contribuire a gestire i rischi per i diritti e libertà delle persone fisiche valutandoli e determinando le misure per affrontarli
Allo stesso tempo si pone come uno strumento fondamentale e necessario per il rispetto del principio di accountability.
Da un lato stimola a rispettare gli obblighi del regolamento, aiutando il titolare a prendere consapevolezza rispetto al tema della protezione dei dati personali, all’altro permette di dimostrare le scelte effettuate in termini di misure di sicurezza ritenute adeguate ai rischi individuati.