Non è sicuramente presente nell’elenco dei sogni più diffusi al mondo, di per sé non trasforma la vita e le dona felicità, eppure se esistesse il genio della lampada e i desideri avessero il vincolo della realizzabilità e non della quantità, probabilmente verrebbe citato.
Stiamo parlando di uno dei tormentoni più ricorrenti nelle chiacchierate informali che accomuna ogni individuo: le chiamate dei call center.
Alzi la mano – senza cornetta – chi non è stato disturbato almeno una volta dal telemarketing e teleselling.
Se così fosse, oltre a suscitare invidia otterreste anche l’invito a rimanere discreti e anonimi per mantenere questo ambito status.
L’intervento del Garante per limitare il telemarketing
Lamentele e ricorsi anziché strofinate e il Garante Privacy si sostituisce al genio non per esaudire un desiderio, bensì per limitare un fastidio condiviso quotidianamente da milioni di persone.
A marzo il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato il codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling promosso da committenti, call center, teleseller, list provider e associazioni di consumatori.
Il Codice acquisterà efficacia una volta conclusa la fase di accreditamento dell’Organismo di monitoraggio (Odm) e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Cosa cambierà con il codice di condotta
L’introduzione del codice di condotta testimonia la volontà di disciplinare il telemarketing ed evitare che questo diventi selvaggio.
Il Garante strizza l’occhio ai consumatori e detta le regole alle società che aderiranno al codice e di conseguenza si impegneranno a rispettare correttezza e legittimità dei trattamenti durante tutte le fasi del telemarketing.
In pratica le società dovranno:
- Raccogliere consensi specifici per le singole finalità;
- Informare in maniera precisa le persone contattate sulle finalità di utilizzo dei dati raccolti;
- Assicurare il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy;
- Effettuare una valutazione di impatto nel caso svolgessero trattamenti automatizzati.
La lotta contro il “sottobosco” dei call center abusivi
Con l’introduzione del Codice di Condotta il Garante dichiara guerra a ciò che con tutta probabilità ha azzerato il tasso di tollerabilità del telemarketing: i call center abusivi.
Il Codice di condotta stabilisce infatti che nei contratti stipulati dall’operatore con l’affidatario del servizio dovrà essere prevista una penale o la mancata corresponsione della provvigione per ogni vendita di servizi realizzata a seguito di contatto promozionale senza consenso.