Un noto adepto recita saggiamente: “se l’uomo sbagliato usa i mezzi giusti, anche i mezzi giusti agiscono in modo sbagliato”.
La tecnologia di Privacy Coin è sicuramente in grado di far spiccare il volo all’intera società: ma si tratta di un razzo verso il futuro o un boomerang destinato a tornare indietro?
Al di fuori dell’India, dove, citando lo scrittore e giornalista Terzani, “l’avanzare è una pura illusione”, nel resto del mondo le novità hanno sempre diviso l’opinione pubblica tra progressisti e conservatori.
Mixare privacy, tecnologia blockchain e flussi di pagamenti all’interno dello stesso cocktail, non poteva che produrre effetti estremi: andiamo a scoprire insieme quali sono i benefici e quali gli effetti collaterali.
Cosa sono le privacy coin e in cosa si differenziano
Le privacy coin sono una classe di criptovalute costruite su due principi: anonimato e irrintracciabilità.
Mentre nelle altre normali criptovalute le transazioni sono registrate sul libro mastro pubblico della blockchain accessibile a tutti e quindi collegabile ad identità e indirizzi, le privacy coin nascondono gli indirizzi dei portafogli elettronici e oscurano informazioni che potrebbero essere utilizzate per identificare il proprietario di un portafoglio.
In realtà il totale anonimato non può essere garantito per un semplice motivo: chi vuole acquistare questi token deve aprire un conto nelle piattaforme di scambio che prevedono il collegamento con una persona reale e il rispetto di 2 regole: KYC (Know Your Customer) e AML (Anti Money Laundering).
Anche la promessa di irrintracciabilità potrebbe essere messa a dura prova da eventuali - ma non impossibili - errori di progettazione, e dall’innovazione tecnologica che potrebbe sviluppare computer abbastanza potenti da decifrare i moderni metodi di crittografia.
In che contesto si vanno a inserire le privacy coin
Come un elefante in cristalleria, la privacy coin si va a inserire in un ambiente chiacchierato e sensibile come quello delle criptovalute.
Un ambiente pesantemente criticato per l’anonimato, descritto come regno del dark web, mezzo ideale per attività illecite e “lavanderia di denaro sporco”.
Accuse sempre respinte al mittente, indicando in particolare i bitcoin come la movimentazione di risorse finanziarie più trasparente al mondo.
Delle due “speculazioni” quella con più basi di verità sembra essere la seconda:
l’iscrizione dei dati di una transazione all’interno della blockchain rende possibile sapere con precisione chirurgica quali sono i portafogli elettronici da cui partono i soldi e quello a cui arrivano.
Quali sono i principali rischi che comportano le privacy coin
Come una casa che resta in piedi perché non sa da che parte cadere, anche le peculiarità fondanti delle privacy coin non permettono di sbilanciare il giudizio a favore o contro: le caratteristiche non sono né pregi, né difetti, bensì appunto caratteristiche.
La riservatezza delle transazioni che rappresenta il punto di forza di questi token, è anche l’elemento più criticato perché garantisce l’anonimato necessario a stimolare attività illecite.
Nel coro di voci politiche e finanziarie che combattono l’evasione fiscale, stride molto il beneficio di riservatezza promesso da questo metodo per il trasferimento di denaro.
Come funzionano le privacy coin: le 4 tecniche crittografiche
Il funzionamento delle privacy coin è lo stesso delle altre criptovalute: la tecnologia blockchain rappresenta il libro mastro pubblico. La differenza è che, come detto, la progettazione delle privacy coin rende quantomeno difficile il collegamento tra transazione e identità.
Le crittografie che nascondono le informazioni possono essere classificate in 4 tecniche:
- Indirizzi furtivi (Stealth addresses): ogni transazione genera un nuovo indirizzo per proteggere la privacy del destinatario;
- CoinJoin: fonde le transazioni di diversi individui in una singola transazione. Una terza parte divide l’ammontare corretto di coin e le invia ai destinatari. Ogni destinatario riceve le monete ad un nuovo indirizzo per ridurre la tracciabilità;
- Zk-SNARKs (zero-knowledge succinct non-interactive argument of knowledge): permette di provare che una transazione è valida senza condividerne i dettagli (mittente, destinatario, importo);
- Firme ad anello: firma della transazione con una chiave privata, che permette agli altri di collegare la firma all’indirizzo. Poiché ci sono diverse firme nella stessa transazione, diventa più difficile per gli altri collegare la tua firma al tuo indirizzo.