Nel film “Se mi lasci ti cancello” di Michele Gondry, Joel (Jim Carrey) si affida al dottor Howard Mierzwiak per farsi cancellare ogni ricordo della relazione appena terminate con Clementine (Kate Winslet).
Alzi la mano chi non ha mai desiderato cancellare il ricordo di un episodio che nell’attualità crea dolore.
Non serve strofinare la lampada del genio per trasformare un desiderio in realtà: grazie al GDPR il diritto alla cancellazione dei propri dati personali è un diritto da poter esercitare
Diritto all’oblio: cos’è e cosa comporta
Il diritto alla cancellazione, spesso definito diritto all'oblio, è un diritto sancito dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati..
Questo diritto permette di richiedere che i propri dati personali vengano eliminati da chiunque li tratti.
Nel film di successo, Joel, attraverso un marchingegno strampalato, provava a riappropriarsi della propria vita. Nella mondo reale questo diritto permette di riappropriarsi della propria identità digitale. Possiamo catalogare tutti i potenziali benefici in 3 principali funzioni:
- Rimuovere le informazioni e tutelare la propria dignità: rimuovere informazioni e contenuti compromettenti che potrebbero danneggiare la reputazione.
“Ava come lava” diceva Calimero: il diritto all’oblio può fungere un ruolo simile a quello dello smacchiatore; - Controllare la propria identità: con l’esercizio del diritto alla cancellazione dei dati, indirettamente si decide quali informazioni rendere accessibili al pubblico e quali invece rimuovere e non rendere disponibili. Come un negoziante che sceglie con cautela cosa mostrare in vetrina e quali articoli rimuovere dall’inventario;
- Promuovere la sicurezza: ridurre il rischio di furto d’identità o di uso improprio delle proprie informazioni personali. Un fenomeno sempre più diffuso e in cui la difesa sembra sempre in ritardo sugli attacchi: in questo caso il diritto funge da vero e proprio sistema di allarme, o meglio, da cassaforte.
Eccezioni e limiti di esercizio del diritto all'oblio
Come ben sappiamo, l’utilità di una normativa e la sua efficacia deriva anche dalla definizione di eccezioni e limiti di esercizio. Un equilibrio necessario tra la privacy individuale e altre esigenze sociali.
Nel caso del diritto all’oblio, le richieste di cancellazione possono essere rifiutate nei seguenti casi:
- Obbligo legale: Se i dati devono essere conservati per adempiere a obblighi legali, come una scadenza fiscale;
- Interesse pubblico: Se i dati sono necessari per esercitare il diritto alla libertà di espressione o di informazione, come nel caso di un articolo di giornale su un evento pubblico;
- Motivi legittimi: Se ci sono motivi legittimi per il trattamento, ad esempio per difendere diritti in sede legale.
Come esercitare il diritto alla cancellazione: le 3 fasi
Per esercitare il tuo diritto alla cancellazione, ci sono alcuni passaggi da seguire:
- Identifica il titolare del trattamento dei dati, scoprendo chi gestisce le informazioni che desideri eliminare;
- Invia una richiesta scritta specificando quali dati vuoi cancellare e il motivo della tua richiesta;
- Attendi una risposta: il itolare ha un mese di tempo per fornirti un riscontro. Se la tua richiesta viene rifiutata, hai comunque diritto a un ricorso.
Da diritto dell’individuo a obbligo del titolare del trattamento
Diretta come il rapporto causa-conseguenza, in giurisprudenza è altrettanto comune la relazione che lega i diritti ai doveri.
I titolari del trattamento hanno l’obbligo di valutare attentamente ogni richiesta di cancellazione. Devono fornire una risposta in tempi ragionevoli, generalmente entro un mese dalla richiesta, e documentare il processo decisionale.
Ogni richiesta deve essere registrata e giustificata, garantendo così trasparenza e responsabilità nel trattamento dei dati.
L’importanza del diritto all’oblio
Il diritto alla cancellazione rappresenta un potente strumento per proteggere la privacy in un mondo digitale in cui le informazioni viaggiano a grande velocità. Essere informati su come esercitare tale diritto è fondamentale per garantire che le informazioni siano gestite in modo responsabile.