In fin dei conti l’intera evoluzione della specie umana è stata fin qui descritta dal proverbio latino “Mater artium necessitas”.
La necessità è la madre delle abilità perché consente di aguzzare l’ingegno, permettendo la realizzazione di cose inaspettate, altrimenti impossibili.
In questo caso l’innovazione tecnologica risolve un problema di grande rilevanza facendo da filo conduttore tra due ambiti apparentemente distinti come la medicina e la privacy per consentire la ricerca, unica strada verso il futuro.
Tra limiti e libertà: l’equilibrio tra privacy e progresso.
Abbiamo parlato in lungo e in largo degli onori e degli oneri della gestione e della protezione dei dati personali, cercando di evidenziare potenzialità e responsabilità in ogni ambito.
I processi che partono da dati open source hanno il vantaggio di garantire una solida base di partenza rappresentata da grandi archivi di dati digitali, fisicamente impossibili da catalogare.
I moderni studi, ma soprattutto le ricerche attuali partono proprio dall’enorme quantità di dati a disposizione per elaborare tesi, sperimentare e validare una teoria.
Il problema privacy nelle risonanze magnetiche
Trovare l’equilibrio tra il desiderio e la necessità di progresso da una parte, il timore e il bisogno di controllare la gestione dei dati personali non sempre è facile: specie se i dati in questione sono sensibili.
Un esempio rappresentativo sono i dati neuroscientifici raccolti da soggetti umani, soprattutto nel caso di pazienti neurologici o psichiatrici: la condivisione del dato personale si scontra con la necessità di garantire livelli di protezione conformi alla normativa vigente, che per la comunità europea è il GDPR.
Dalle neuroimmagini si può risalire in 3D alle fattezze del paziente, violando la normativa in materia di protezione dei dati personali..
De-identificare diventa una pratica obbligatoria per rendere le risonanze magnetiche fruibili rispettando la privacy del paziente, ma spesso questa operazione determina problemi come la distorsione di immagini a tal punto da renderle inutili.
Anonimy: il software che rende GDPR compliance l’analisi delle risonanze
Preso atto del problema, un gruppo di ricerca dell’Università di MIlano (UniMi) è riuscito ad individuare una soluzione elaborando un software per la de-identificazione delle risonanze magnetiche rendendole anonime (anonymize), senza distorcerle.
Dallo scopo del software e dalla provenienza degli inventori, la soluzione prende il nome di Anonymi: appunto Anonymize + UniMi.
Anomnymi nasce con l’obiettivo di de-identificare le risonanze magnetiche mantenendo inalterate le immagini grazie a un metodo gratuito che rispetta la normativa europea sulla privacy.
Human Brain Project è il progetto europeo in cui è stato incluso il software basato su algoritmi utilizzati in diversi ambiti che promette efficacia, rapidità e anonimato.